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DANZANDO SULL'ACQUA
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DANZANDO SULL'ACQUA
- gruppo di progettazione:
arch. Andrea Boz, arch. Simone Mantovani, arch. Denis Zaghi, ing. Francesco Steffinlongo - committente:
Comune di Venezia - anno: 2006
- luogo: Venezia (VENEZIA) - Italia
- tipologia: Ponti - Passerelle
PASSERELLA PEDONALE MOBILE PER L'ARSENALE DI VENEZIA
Il collegamento tra le due rive a cavallo della bocca di porto viene risolto ispirandosi alla pregnante peculiarità propria di quest’ ambito dell’ Arsenale caratterizzato dalla presenza dei manufatti denominati “Gagiandre”, protesi verso il bacino principale come lunghe dita libratisi sull’ acqua.
Questa leggerezza e quasi irriverente giocosità, contrapposta alla sobrietà del contesto circostante, viene reinterpretata dal ponte semigalleggiante posto, in fase di esercizio, perpendicolarmente all’ asse delle arcate delle “Gagiandre”, mentre in posizione di apertura ne richiama la planimetria a forma di falangi allungate con ingrossamento terminale, attestandosi parallelamente ad esse e protraendosi similmente sullo specchio di mare circostante.
Il sistema fluttuante sull’ acqua dialoga inoltre attivamente con le differenze di maree, caratteristica identificativa dell’ ambiente veneziano, permettendo al contempo una fruizione della struttura da parte anche di persone diversamente abili pur garantendo il contemporaneo transito di piccoli natanti sia in caso di alta che di bassa marea.
Tale sviluppo del ponte prevalentemente sull’ acqua permette di lasciare libere le fondamenta prospicienti, distaccandosi anche dalla “Torre di porta nuova”, così da rispettarne la monumentalità grazie ad uno sviluppo fortemente orizzontale ed usufruendo parimenti di un privilegiato ed unico punto di vista sul bacino circostante.
Al contempo il sistema semigalleggiante assicura la completa navigabilità del canale in presenza anche di alte maree, risultato difficilmente ottenibile con soluzioni poggianti completamente sulle rive, a meno di non far ricorso a complessi ed onerosi sistemi di sollevamento meccanico.
D’ altro canto, inoltre, la soluzione di apertura in piano rispetto a quella in spiccato risulta appropriata alla realtà del contesto, non comportando l’ uso invasivo di elementi verticali di sostegno o di potenti macchinari alloggiati sulle fondamenta con le relative massicce opere di consolidamento.
In fase di apertura, infine, l’ attestarsi della parte mobile in maniera parallela alle fondamenta nord con una distanza libera minima da essa di circa 11 metri, ne garantisce la piena funzionalità, non precludendo pertanto l’ ormeggio dei natanti a servizio della riva, se non vincolandoli allo stazionamento limitatamente ai pochi minuti di apertura del ponte.
Questa leggerezza e quasi irriverente giocosità, contrapposta alla sobrietà del contesto circostante, viene reinterpretata dal ponte semigalleggiante posto, in fase di esercizio, perpendicolarmente all’ asse delle arcate delle “Gagiandre”, mentre in posizione di apertura ne richiama la planimetria a forma di falangi allungate con ingrossamento terminale, attestandosi parallelamente ad esse e protraendosi similmente sullo specchio di mare circostante.
Il sistema fluttuante sull’ acqua dialoga inoltre attivamente con le differenze di maree, caratteristica identificativa dell’ ambiente veneziano, permettendo al contempo una fruizione della struttura da parte anche di persone diversamente abili pur garantendo il contemporaneo transito di piccoli natanti sia in caso di alta che di bassa marea.
Tale sviluppo del ponte prevalentemente sull’ acqua permette di lasciare libere le fondamenta prospicienti, distaccandosi anche dalla “Torre di porta nuova”, così da rispettarne la monumentalità grazie ad uno sviluppo fortemente orizzontale ed usufruendo parimenti di un privilegiato ed unico punto di vista sul bacino circostante.
Al contempo il sistema semigalleggiante assicura la completa navigabilità del canale in presenza anche di alte maree, risultato difficilmente ottenibile con soluzioni poggianti completamente sulle rive, a meno di non far ricorso a complessi ed onerosi sistemi di sollevamento meccanico.
D’ altro canto, inoltre, la soluzione di apertura in piano rispetto a quella in spiccato risulta appropriata alla realtà del contesto, non comportando l’ uso invasivo di elementi verticali di sostegno o di potenti macchinari alloggiati sulle fondamenta con le relative massicce opere di consolidamento.
In fase di apertura, infine, l’ attestarsi della parte mobile in maniera parallela alle fondamenta nord con una distanza libera minima da essa di circa 11 metri, ne garantisce la piena funzionalità, non precludendo pertanto l’ ormeggio dei natanti a servizio della riva, se non vincolandoli allo stazionamento limitatamente ai pochi minuti di apertura del ponte.