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IDENTITA' RITROVATA
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IDENTITA' RITROVATA
  • gruppo di progettazione:
    Denis Zaghi, Elisa Succi
  • committente:
    Comune di Valsavarenche
  • anno: 2009
  • luogo: Valsavarenche (AOSTA) - Italia
  • tipologia: Edifici pubblici
Concorso di idee per la realizzazione di una sala polifunzionale
Il Comune di Valsavarenche ha indetto un concorso di idee per la realizzazione di una sala polifunzionale adiacente l'attuale municipio.
Il territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso stupisce per l’assenza quasi totale di costruito a fronte di una natura pressoché incontaminata ove roccia, acqua, legno, erba, alberi e fiori dai colori vivaci sono gli elementi che plasmano gli spazi. Solo i tralicci metallici delle linee di alta tensione e, di tanto in tanto, lungo la strada, qualche piccolo paese, sono segni artificiali che marcano la presenza umana sul territorio. Arrivando nella località Dégioz, sede del municipio, si nota da subito una diversità morfologica tra il nucleo più antico, dislocato sul versante della montagna, e l’area di espansione, che ospita la zona d’intervento; il primo è caratterizzato da un tessuto molto omogeneo, in cui gli edifici si articolano in una stretta sequenza di relazioni funzionali ed estetiche organizzate attorno ad un nucleo centrale che ospita, fra gli altri, l’edificio della chiesa e delle poste, il secondo appare come disgregato, privo di identità propria, cresciuto in modo frammentario sul lembo di terra confi - nato fra la strada regionale 23 ed il Savara. In questo modo, il paese si trova ad avere due centri, uno amministrativo ed uno che potremmo definire "dell’identità". Anche le soluzioni costruttive dell’esistente appaiono molto differenti, spaziando da edifici in legno, muratura e legno, muratura e pietra, fino ai più recenti costituiti da telaio portante in cemento armato e tamponamento in laterizio, tutte comunque coperte da tetti in lastre di pietra "a spacco" di colore scuro. Materiali e condizioni quindi molto differenti che, unitamente alla geometria degli spazi disponibili rendono il processo progettuale molto complesso ed articolato. L’area di progetto è costituita da due lotti di forma geometrica irregolare fortemente influenzati dal posizionamento e dalla configurazione delle preesistenze, fra loro vicine ma assolutamente eterogenee. La casa della montagna ed il municipio sono espressione di diversi linguaggi formali, uno più materico (basamento in pietra, tetto e parti a vista in legno scuro), uno più rustico (muratura gialla con bordatura delle finestre e rivestimenti in legno color miele), articolati ulteriormente in un "difficile dialogo" dal piccolo edificio del mulino che rimane come traccia di una precedente diversa conformazione urbanistica. Alla morfologia irregolare ma armonica del paese più densamente costruito, che segue con le sue linee spezzate l’andamento morbido del versante della montagna, si contrappone uno spazio pianeggiante in cui diversi elementi, di diverse dimensioni, parlano diversi linguaggi. I lotti limitrofi , sui quali sono già avviati cantieri per la realizzazione di nuove abitazioni tri-familiari, rischiano di divenire episodi isolati di un tessuto urbano che va’ perdendo la propria identità. Identità che risulta di primaria importanza per l’unico comune completamente compreso all’interno del parco del Gran Paradiso e quindi meta turistica di estremo interesse. L’esiguo numero di abitanti infatti, nei periodi di alta stagione, viene più che duplicato dalla presenza di turisti che trovano ospitalità nelle attività di accoglienza e nei campeggi. A fronte di queste prime valutazioni, il nuovo edificio dovrà regolarizzare le diversità nel tentativo di costruire relazioni fra spazi ed edifici restituendo a questo brano di tessuto urbano una propria identità. Dovrà farlo nel rispetto delle preesistenze con materiali già appartenenti alla "cultura del posto", in modo flessibile – in grado quindi di rispondere a differenti esigenze qualitative e quantitative (in funzione del numero di persone partecipanti alle attività proposte – molto variabile nel corso dell’anno per via della presenza o meno di turisti) – inserendosi in maniera naturale, non invasiva e con un’immagine che tenda a scomparire piuttosto che fare del proprio splendore un nuovo elemento eterogeneo che sbricioli definitivamente l’identità del luogo.
Stiamo eleborando la richiesta
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